lunedì 26 novembre 2007

Stress da politica.

Fa parte della vita, certamente di quella moderna, forse nei tempi passati quando si viveva nei campi, in radure sperdute tra i boschi, sui monti, non c'era, a meno che uno non si era costruito la casa proprio nelle vicinanze delle vie normalmente percorse dai lanzichenecchi, oppure il signorotto locale era uno che pretendeva continui balzelli con la scusa di dover rifare qualche aggiustamento ai conti dello stato. Una manovrina per intenderci.
Ma ai giorni d'oggi chi non conosce lo stress? perché è a questo che stavo pensando.
Stress è avere la suocera in casa che tormenta tutti, canarino compreso. Stress è avere un vicino col cane che abbaia in continuazione, oppure un partner che russa come un vecchio Diesel con trecentomila chilometri alle spalle.
Stress è stringere sempre lo stesso bullone dello stesso pezzo sulla stessa catena di montaggio nella stessa fabbrica della stessa città, oppure trovare ogni giorno un motorino che ci frega l'unico posteggio libero dove parcheggiare dopo un'ora di ricerche estenuanti.
Stressante è scoprire che la Gracula indiana che ci hanno fatto acquistare non parlerà mai, ma in compenso è dotata di un fischio micidiale in grado di perforare i timpani anche ad una statua.
Stress è trovarsi fermi al semaforo con a fianco un giovane che, finestrini aperti, ascolta la musica Reg a tutto volume e si sente la testa pulsare come il cuore di una antilope inseguita da un leone.
Stress è aspettare una raccomandata importante con l'offerta di un impiego e trovare ogni giorno la cassetta della posta imbottita di pubblicità, oppure scoprire che il film alla tv che si attendeva con impazienza è stato sostituito da un documentario sulla vita intima del Paguro, detto Bernardo l'eremita.
Sì, tutto questo è stress. Chi lo può negare? Però a stressare può essere anche la litigiosità, quella degli altri per intenderci. Quella che giorno per giorno accompagna la vita pubblica e trova spazio nei notiziari o sulle pagine dei giornali.
E' così. Non si può negarlo. E non è cosa da poco, visto che coinvolge tutti, ben diversamente dalle liti private. La frequenza è così sconcertante che si potrebbe tranquillamente affermare che il nostro è un Paese di poeti, navigatori e ciarlieri permalosi che litigano ad ogni occasione. Le indiscrezioni e relative liti sono tanto frequenti e varie che anche per loro andrebbe stilato un bollettino giornaliero, tipo bollettino del mare, della neve, delle valanghe o dei protesti.
Giorno per giorno, spesso ora per ora, veniamo a sapere che:Il sottosegretario (xx) ha querelato il giornalista (yy) che ha sua volta aveva appena insinuato che il ministro (zz) aveva detto - inter nos - che il sindacalista (ww) aveva dichiarato che l'imprenditore (kk) era venuto a sapere dalla cognata del cugino del guardiano notturno della fabbrica di un altro imprenditore - assente perché in vacanza in Patagonia, beato lui - che alla Procura di (ss) era stato scoperto che un addetto alle pulizie si era appropriato di un foglio usobollo con un avviso di garanzia diretto al vescovo (gg) in merito alle indagini (segrete, ovviamente) sulla vendita in nero di candele votive per l'acquisto di spinelli per la parrocchia di (qq).
Indiscrezioni provenienti da una fonte degna di fiducia hanno precisato che il foglio usobollo era stato utilizzato dall'addetto per avvolgere un panino di salame ungherese e cetriolini e poi abbandonato in un cestino dei rifiuti nei pressi del Parlamento dove è stato trovato dalla più famosa pettegola di Roma, detta anche "Porte aperte alla Renault" per il fatto che non tiene mai la bocca chiusa, nemmeno ai funerali. Fatto che capiterà anche al suo, probabilmente.
Nello stesso cestino sono state anche trovate le liste della spesa consegnate dalle rispettive mogli a ben sessantotto deputati e novantasei senatori equamente ripartiti tra maggioranza e opposizione. C'è già chi litiga sull'accaparramento dei buoni sconto.
E fin qui niente d'eccezionale, se non per il fatto che si è venuti a sapere, da una indiscrezione uscita dal bar della stazione di (VV), che qualcuno ha messo in una cantina della capitale un laboratorio per la costruzione di tapiri falsi da consegnare nottetempo e mandare fuori dai gangheri almeno un migliaio di politici, attori e giornalisti che se lo vedranno recapitare da tipi strani travestiti da Zorro.
Si prevedono disordini da far sembrare i Black Bloc dei chierichetti.
E se fosse tutto vero? Che stress!
Forse è meglio se mi prendo una vacanza. Magari in Patagonia.
Ancora vostro Gatto Filippo

La vita dovrebbe essere un doppio velo di morbidezza che non finisce mai.

Non so se sia stata una premonizione o la cena pesante (troppe crocchette), ma sognavo di correre su di un prato verde Irlanda, spensierato come un bimbo alla fine della scuola. Correvo e non avevo il solito fiatone, quando due rotoli di carta igienica che si svolgevano inesauribili e felici come i fidanzatini di Peynet mi hanno superato, scomparendo all'orizzonte. Una visione che trasudava amore, teneri sentimenti e la morbidezza di un popò neonato.
Spronato da tanta bellezza, superata una collina, la mia attenzione è stata attratta da un tipo gagliardo dal fisico atletico che entusiasta saltellava ripetutamente da una parte all'altra di una staccionata, brandendo nella mano, emulo di Re Artù con la sua Excalibur, una lattina di olio di semi. Era sicuro di sé e si godeva soddisfatto l'espressione della moglie e dei due giovani figli, tutti bellissimi, che lo stavano ammirando estasiati seduti attorno ad una coloratissima tovaglia da picnic, così addobbata che un re l'avrebbe ritenuta degna per festeggiare il suo genetliaco.
Lasciato alle spalle il tipo saltellante che continuava imperterrito la sua esibizione a favore della famigliola, ho continuato la mia strada fino alla prossima collina dove, appena oltre la cima, ho incontrato un gruppo di belle fanciulle anche loro felici. Felici di nuotare, ballare, giocare a tennis e pedalare su mountain bike. Ho chiesto loro se tanta felicità era dovuta all'olio miracoloso dell'uomo ranocchio incontrato prima, ma la risposta è stata a dir poco imbarazzante per un tipo pudico come me che dell'igiene intima femminile ha scarse occasioni di occuparsene. Felice per loro, le ho salutate al grido di "Viva la libertà!" con l'entusiasmo di chi assiste al crollo della dittatura che l'aveva oppresso. Dopo tutto, la Libertà ha vari aspetti e dovrebbe appartenere di diritto ad ogni essere vivente che ne conosca il valore e l'accompagni con altrettanta tolleranza e rispetto per gli altri. Un pensiero profondo che, come me ne resi conto subito dopo, aveva ben poco a che fare con quanto appena accaduto e ancora meno con l'aver appreso da una delle ragazze che la benignità dell'industria degli assorbenti aveva reso liberi e felici anche gli anziani. Buono a sapersi nel caso mi fossi imbattuto anche in una comitiva di vecchietti intenti a fare girotondi festosi su di un prato fiorito.
Ma le sorprese non erano finite. Dopo qualche passo, ho visto un gruppo di persone addobbate da impiegati della city che si annusavano le ascelle, compiaciuti che il loro deodorante non li avesse piantati in asso. Quel sogno che era iniziato come una bucolica scampagnata nel verde si stava trasformando in un tormentone da spot pubblicitario.
Ora non mi rimaneva che trovare un mulino bianco dove tutti sgranocchiano crackers e biscotti, gli anziani rilassati per la pasta fissante delle dentiere ed i più giovani agitati e pronti per correre al lavoro o a scuola. Trovai il mulino e fui anche costretto ad attraversare un'aia dove i polli erano gioiosi di essere non solo sani, ma anche prenotati per la pentola, con un'unica nota triste: il pianto inconsolabile di una mucca scartata alla selezione di Miss Mucca del Formaggio Parmigiano.
Igiene, pulizia e cibo sano per voi o per degli aristogatti come me erano gli dei che mi avrebbero atteso al risveglio? Denti smaglianti e colletti senza forfora? Gabinetti immacolati come i piatti? Spray che non bucano l'ozono, scope intelligenti e deodorati telecomandati, i nuovi elisir per tenere pulito il mondo?
Solo la mattina, sfogliando il giornale e leggendo dell'inquinamento delle città, degli scarichi abusivi di materiali velenosi, dei cibi adulterati, dei pidocchi sui treni, degli scarichi delle fabbriche, delle petroliere che lavano i serbatoi del greggio, o addirittura affondano, sono tornato alla dura realtà, solida come certa puzza sugli autobus affollati d'agosto ed ho capito che nella vita i veri momenti felici sono quelli in cui sogniamo di trovarci negli spot pubblicitari, il resto è il solito film visto e rivisto.
Gatto Filippo