mercoledì 28 novembre 2007

La Banda dei Puri

La banda dei puri non riposa mai ed imperversa armata di chiacchiere e sentenze inappellabili. Gira tranquilla col suo piccolo tribunale piegabile in tasca, come i sacerdoti in guerra si portano nello zaino l'occorrente per celebrare la messa nelle trincee.
Dotati di moralità divina, auto certificata, questi puri ed onesti si acculturano con le pagine dei giornali, si appagano di pettegolezzi e di allusioni, gli scoop sono la loro ambrosia e in un paio di colonne di illazioni trovano la conferma di quei giudizi e di quelle perplessità che, loro, avevano già ben prima che il sospetto o, addirittura, il marcio venissero a galla: "era ovvio…" - "l'avevo già capito da tempo" - "bastava guardarlo per intuire che…" - "non poteva che essere disonesto" - "nessuno si salva" - "sono tutti corrotti" - "troppi soldi e troppo facili" - "quando si occupano certi posti…" - "il potere corrompe tutti", sono le frasi che farciscono i loro commenti, giornale spalancato tra le mani e tazzina del cappuccino sul banco del bar.
Non provano mai sbalordimento, meraviglia o incredulità, perché, loro, avevano già capito che c'era del "marcio in Danimarca".
Mediocri buffi bipedi, saccenti e pieni di rancore mescolati alla loro dignità offesa dalle bruttezze del mondo in cui, sempre loro, restano uno dei pochissimi fulgidi esempi d'indiscutibile onestà. Non hanno dubbi, ma solo certezze, l'ironia non fa parte del loro mondo se non è amara e non si chiedono certamente - come faceva quel bravissimo e simpatico cabarettista di Franco Nebbia - "se Ferdinando è un gerundio".
Per loro, gli indagati e i presunti delinquenti sono cattivi e basta e se sono cattivi, sono anche immorali e chi li conosce o li frequenta non può che essere della medesima razza criminale. Si abbuffano sui giornali di trascrizioni d' intercettazioni telefoniche e articoletti scandalistici dove il veleno dell'invidia e dell'antagonismo politico sono un componente dell'inchiostro.
Fanno di tutta l'erba un fascio e si scordano delle loro piccole venalità come le telefonate personali scroccate sul lavoro, le malattie di comodo, le note spese gonfiate, i lavoretti in nero e i posacenere arraffati negli alberghi durante le meritate e sacrosante vacanze. Non ricordano nemmeno le telefonate o i regalini fatti a quel "qualcuno" importante per sistemare al lavoro la figlia o il genero.
Ma cosa hanno a che vedere queste sciocchezze? - sbotterebbero nel sentirsele ricordare - lo fanno tutti e sarebbe da cretini rinunciare, il mondo è dei furbi e non sono che quattro lire, mentre qui si parla di miliardi!
Vostro Gatto Filippo

martedì 27 novembre 2007

Trovato il diario di un politico: C'è qualcuno che lo reclama? (ecco uno stralcio)

Caro diario,

perdonami se ultimamente ti ho trascurato ma sai che sono in politica e ho tantissimi impegni, tanti che non mi bastano più le ore della giornata e sto seriamente pensando di promuovere una legge che almeno le raddoppi, anche se dubito che garberà ai Sindacati. Ma la mia attività è di interesse nazionale e, come ben sai, l'interesse del Paese è primario rispetto a quello dei singoli.
Ogni giorno ho mille appuntamenti ed interminabili telefonate m'impediscono di rifugiarmi tra le tue amiche pagine a buttar giù i miei pensieri, ma oggi, finalmente, sono tutto tuo.
Questa mia attività assorbe completamente la mia esistenza, ma devo ammettere che dover pensare alla cosa pubblica mi riempie d'orgoglio dandomi la certezza che se un domani qualcosa mancherà ai miei elettori e alla Nazione, sarà il fatto inevitabile che anche la mia esistenza avrà termine, lasciandoli da soli in mano a qualche inaffidabile opposizione.
Riunioni, appuntamenti e discussioni politiche, sono l'aria che respiro e non potrei più farne a meno, e così le colazioni di lavoro, le cene, le inaugurazioni, i dibattiti e le premiazioni varie.
Sì, amico mio, è una vita assai affaticante ma di gran soddisfazione, sotto tutti i punti di vista, anche i più venali.
Peccato, però, che tanti impegni mi costringano a dover sempre rimandare i tanti utili e necessari progetti che avevo garantito nella mia campagna politica nelle elezioni che mi hanno così meritatamente premiato. Ma si sa, il giorno ha ancora solo 24 ore ed io, sebbene instancabile, sono solamente un essere umano e nulla più.
Lo so che gli ammalati e gli anziani non possono attendere anni e anni che funzionino la sanità e gli ospizi, così come so che nemmeno ai giovani si può, di punto in bianco, garantire la tenuta dei soffitti delle scuole e tanto meno assicurare un lavoro alla fine dell'istruzione, e nemmeno è possibile dall'oggi al domani costruire strade, ponti, posteggi, ristrutturare chiese, teatri e giardini. Non sono una macchina.
I cittadini devono attendere, perché la politica è complicata e va trattata dai pochi eletti come me, con giusta ponderazione ed equilibrato buon senso. E aspettare con fiducia è il minimo che, visti i miei sacrifici, mi dovrei attendere da un Paese civile. Non ti pare?

Tuo Onorevole Pinocchio

Ipnosi.

I miei gusti televisivi sono abbastanza semplici: i telegiornali in generale - senza preferenze di parte, per avere una gamma d'opinioni - qualche buon film e i programmi culturali con preferenza alla storia. Quelli sugli animali non li guardo più. Gli animali mi piacciono, ma ne ho abbastanza dei commentatori e del sadismo dei cineoperatori. Sì, sadismo, perché i due - la voce e l'immagine - prima ti fanno intenerire con qualche cucciolo alle sue prime esperienze, oppure con l'uovo che si schiude e poi tirano fuori il predatore e, patatrac, ti sparano nell'angoscia. Ecco perché non li guardo più. Non mi rilassano, anzi...
A volte guardo qualche programma spiritoso - assaggini perlopiù - a volte saltello annoiato tra un canale e l'altro, punto continuamente dagli intermezzi pubblicitari che come impulsi elettrici mi fanno scattare l'indice che continua a sfiorare i tasti del telecomando - grande invenzione il telecomando, grandissima. Con questo aggeggio in mano ci si sente come un pilota da caccia che sta per lanciare il suo missile.
Un giorno, però, soprappensiero, mi sono trovato a seguire una trasmissione - non cito il canale per non fare torto ad altri che trasmettono roba simile - dove una platea di spettatori-partecipanti seguiva due disperati che si litigavano su fatti indiscutibilmente loro. Il tutto "ammaestrato" da una conduttrice che, con maligna perseveranza, continuava a spegnere o riaccendere la discussione. Insomma sembrava che in una mano avesse l'estintore e nell'altra la benzina, se vogliamo dare consistenza visiva al suo comportamento.
Ipnotizzato, ho iniziato a seguire la trasmissione. L'indice sul telecomando in preda a paralisi.

Lui, il maschietto della coppia, sembrava appena uscito da una rivista di moda per adolescenti - capelli impomatati, barba trascurata, orecchino con crocetta appesa, jeans strappati, maglietta con scritta sul torace. Lei, capelli esplosi color carota finta, trucco da Semiramide, lobi con esposizione fieristica d'anellini d'argento, maglietta stinta, soliti jeans ed ai piedi, scarponi da lagunare. Una coppia che non sarebbe passata inosservata certamente.
Discutevano tra loro e non era una discussione da poco e si palleggiavano la colpa di qualcosa che aveva messo in crisi la loro relazione - forse un terzo incomodo, dedussi tra vari: si ma tu hai detto…ma allora non hai capito…però quella volta…eppure sai che ti amo…e dove lo metti il sentimento…perdonami…
Il tutto continuamente interrotto dalla domatrice che s'infiltrava come un commando nella discussione per ravvivarla con qualche scoppio di Sintex, qualche raffica di "e allora tu?"

Non riuscivo a raccapezzarmi, d'altronde mi ero perso l'inizio. Tutto sommato, era una discussione accesa su fatti dei quali, sinceramente, non me ne fregava assolutamente nulla.
Ma quello che m'impietrì, furono gli interventi degli spettatori. Un pubblico appassionato, preso come non mai dal problema. Quasi fosse personale. Intervenivano accesi e si accapigliavano anche tra loro stessi. Da rimanere sconcertati.
Quelli, poi, che ottenevano il microfono erano da non perdere - almeno mi sembrò sul momento.C'era la signora elegante che sparava consigli e commenti, soddisfatta in cuor suo che finalmente poteva occuparsi dei fatti altrui, dimenticando i propri. S'infervorava nel perorare la causa di uno dei due giovani e, come un crociato alla difesa di Gerusalemme, rintuzzava mordace gli assalti di qualche altro spettatore che doveva assolutamente dire la sua anche senza microfono. Me la immaginai sposata e provai pietà per il marito, come per i cuccioli dei documentari di prima.
Quando prese la parola un signore molto distinto che brandiva il microfono come fosse la fiaccola delle olimpiadi, precipitai nel panico: era un pontificatore. Il suo non era un intervento ma un'enciclica, mancava solamente l'inizio, Populorum progressio. Le sue certezze erano assolute. Lui era il Verbo. Nessuno dei presenti fu in grado di azzittirlo. E' la razza più pericolosa che abbia mai calpestato il pianeta, altro che Tirannosaurus Rex.

Stavo ormai agonizzando. Anche la domatrice sembrava in crisi.
Mi sentivo come un eretico al processo mentre il tribunale della santa inquisizione si perde in giaculatorie e sofismi che gli sarebbero costati la dannazione e la vita.
Fu l'intermezzo pubblicitario a salvarmi. Ruppe l'incantesimo, mi risvegliò dall'ipnosi, mi riportò alla vita, la mia, quella reale.
Per riconoscenza mi guardai i primi cinque spot, prima di spegnere e scappare lontano dalla tv.
Vostro Gatto Filippo

Con i tempi che corrono...

Ragazzi, mi raccomando, parlate sottovoce, anzi non parlate affatto e, se proprio non potete farne a meno, state molto attenti a ciò che dite che tira un'aria sempre più brutta. Intolleranti orecchie integraliste sono all'ascolto e non aspettano altro pur di aizzare le folle all'odio e tacciarvi di miscredenti blasfemi pronti ad impugnare nuovamente la spada dei Crociati. Quindi, acqua in bocca.
Nel frattempo, cominciate ad epurare la vostra biblioteca di casa togliendo e bruciando i libri di autori come Dante Alighieri, che si è permesso di mettere il profeta all'inferno, Salam Rushdie autore dei Versetti Satanici, Oriana Fallaci che con certa gente aveva il dente avvelenato e chissà quanti altri che, invece di scrivere di farfalle e tramonti, hanno sprecato inchiostro su argomenti come la libertà religiosa e di culto, oppure di diritti umani. Poi, gettate nell'immondizia i dischi di musicisti come Mozart, la vostra enciclopedia dell'arte perché la Maya Densuda del Goya, la Venere di Milo e tutte le altre opere come la Venere del Botticelli, tra un po' vestiranno mutandoni alla Fantozzi, sempre che gli originali non siano distrutti come empi ed offensivi.
Insomma, prendete l'Arte e mettetela da parte che con la Nuova Era che si prospetta non ha più nulla a che fare e sarà meglio scordarsela per garantirsi almeno la sopravvivenza.
Se da un papa hanno preteso le scuse ufficiali, oppure la sua eliminazione, figuratevi cosa può capitare a voi, se vi trovano offensivi ed insensibili nei riguardi della loro fede!
Dimenticavo: per l'abbigliamento non vi preoccupate, a parte quello delle vostre signore che andrà certamente "rivisto" e accresciuto, i pantaloni non vi serviranno più, visto che i nostri pavidi politici europei, compresi i nostri, davanti a tutto ciò le brache se le sono già calate dando prova che pur di stare al potere sono disposti anche ad imparare il Corano a memoria, a dimenticare la loro formazione culturale e a fare coriandoli con la Carta dei Diritti dell'Uomo.

Sempre il vostro Gatto Filippo, ma questa volta anonimo

lunedì 26 novembre 2007

Stress da politica.

Fa parte della vita, certamente di quella moderna, forse nei tempi passati quando si viveva nei campi, in radure sperdute tra i boschi, sui monti, non c'era, a meno che uno non si era costruito la casa proprio nelle vicinanze delle vie normalmente percorse dai lanzichenecchi, oppure il signorotto locale era uno che pretendeva continui balzelli con la scusa di dover rifare qualche aggiustamento ai conti dello stato. Una manovrina per intenderci.
Ma ai giorni d'oggi chi non conosce lo stress? perché è a questo che stavo pensando.
Stress è avere la suocera in casa che tormenta tutti, canarino compreso. Stress è avere un vicino col cane che abbaia in continuazione, oppure un partner che russa come un vecchio Diesel con trecentomila chilometri alle spalle.
Stress è stringere sempre lo stesso bullone dello stesso pezzo sulla stessa catena di montaggio nella stessa fabbrica della stessa città, oppure trovare ogni giorno un motorino che ci frega l'unico posteggio libero dove parcheggiare dopo un'ora di ricerche estenuanti.
Stressante è scoprire che la Gracula indiana che ci hanno fatto acquistare non parlerà mai, ma in compenso è dotata di un fischio micidiale in grado di perforare i timpani anche ad una statua.
Stress è trovarsi fermi al semaforo con a fianco un giovane che, finestrini aperti, ascolta la musica Reg a tutto volume e si sente la testa pulsare come il cuore di una antilope inseguita da un leone.
Stress è aspettare una raccomandata importante con l'offerta di un impiego e trovare ogni giorno la cassetta della posta imbottita di pubblicità, oppure scoprire che il film alla tv che si attendeva con impazienza è stato sostituito da un documentario sulla vita intima del Paguro, detto Bernardo l'eremita.
Sì, tutto questo è stress. Chi lo può negare? Però a stressare può essere anche la litigiosità, quella degli altri per intenderci. Quella che giorno per giorno accompagna la vita pubblica e trova spazio nei notiziari o sulle pagine dei giornali.
E' così. Non si può negarlo. E non è cosa da poco, visto che coinvolge tutti, ben diversamente dalle liti private. La frequenza è così sconcertante che si potrebbe tranquillamente affermare che il nostro è un Paese di poeti, navigatori e ciarlieri permalosi che litigano ad ogni occasione. Le indiscrezioni e relative liti sono tanto frequenti e varie che anche per loro andrebbe stilato un bollettino giornaliero, tipo bollettino del mare, della neve, delle valanghe o dei protesti.
Giorno per giorno, spesso ora per ora, veniamo a sapere che:Il sottosegretario (xx) ha querelato il giornalista (yy) che ha sua volta aveva appena insinuato che il ministro (zz) aveva detto - inter nos - che il sindacalista (ww) aveva dichiarato che l'imprenditore (kk) era venuto a sapere dalla cognata del cugino del guardiano notturno della fabbrica di un altro imprenditore - assente perché in vacanza in Patagonia, beato lui - che alla Procura di (ss) era stato scoperto che un addetto alle pulizie si era appropriato di un foglio usobollo con un avviso di garanzia diretto al vescovo (gg) in merito alle indagini (segrete, ovviamente) sulla vendita in nero di candele votive per l'acquisto di spinelli per la parrocchia di (qq).
Indiscrezioni provenienti da una fonte degna di fiducia hanno precisato che il foglio usobollo era stato utilizzato dall'addetto per avvolgere un panino di salame ungherese e cetriolini e poi abbandonato in un cestino dei rifiuti nei pressi del Parlamento dove è stato trovato dalla più famosa pettegola di Roma, detta anche "Porte aperte alla Renault" per il fatto che non tiene mai la bocca chiusa, nemmeno ai funerali. Fatto che capiterà anche al suo, probabilmente.
Nello stesso cestino sono state anche trovate le liste della spesa consegnate dalle rispettive mogli a ben sessantotto deputati e novantasei senatori equamente ripartiti tra maggioranza e opposizione. C'è già chi litiga sull'accaparramento dei buoni sconto.
E fin qui niente d'eccezionale, se non per il fatto che si è venuti a sapere, da una indiscrezione uscita dal bar della stazione di (VV), che qualcuno ha messo in una cantina della capitale un laboratorio per la costruzione di tapiri falsi da consegnare nottetempo e mandare fuori dai gangheri almeno un migliaio di politici, attori e giornalisti che se lo vedranno recapitare da tipi strani travestiti da Zorro.
Si prevedono disordini da far sembrare i Black Bloc dei chierichetti.
E se fosse tutto vero? Che stress!
Forse è meglio se mi prendo una vacanza. Magari in Patagonia.
Ancora vostro Gatto Filippo

La vita dovrebbe essere un doppio velo di morbidezza che non finisce mai.

Non so se sia stata una premonizione o la cena pesante (troppe crocchette), ma sognavo di correre su di un prato verde Irlanda, spensierato come un bimbo alla fine della scuola. Correvo e non avevo il solito fiatone, quando due rotoli di carta igienica che si svolgevano inesauribili e felici come i fidanzatini di Peynet mi hanno superato, scomparendo all'orizzonte. Una visione che trasudava amore, teneri sentimenti e la morbidezza di un popò neonato.
Spronato da tanta bellezza, superata una collina, la mia attenzione è stata attratta da un tipo gagliardo dal fisico atletico che entusiasta saltellava ripetutamente da una parte all'altra di una staccionata, brandendo nella mano, emulo di Re Artù con la sua Excalibur, una lattina di olio di semi. Era sicuro di sé e si godeva soddisfatto l'espressione della moglie e dei due giovani figli, tutti bellissimi, che lo stavano ammirando estasiati seduti attorno ad una coloratissima tovaglia da picnic, così addobbata che un re l'avrebbe ritenuta degna per festeggiare il suo genetliaco.
Lasciato alle spalle il tipo saltellante che continuava imperterrito la sua esibizione a favore della famigliola, ho continuato la mia strada fino alla prossima collina dove, appena oltre la cima, ho incontrato un gruppo di belle fanciulle anche loro felici. Felici di nuotare, ballare, giocare a tennis e pedalare su mountain bike. Ho chiesto loro se tanta felicità era dovuta all'olio miracoloso dell'uomo ranocchio incontrato prima, ma la risposta è stata a dir poco imbarazzante per un tipo pudico come me che dell'igiene intima femminile ha scarse occasioni di occuparsene. Felice per loro, le ho salutate al grido di "Viva la libertà!" con l'entusiasmo di chi assiste al crollo della dittatura che l'aveva oppresso. Dopo tutto, la Libertà ha vari aspetti e dovrebbe appartenere di diritto ad ogni essere vivente che ne conosca il valore e l'accompagni con altrettanta tolleranza e rispetto per gli altri. Un pensiero profondo che, come me ne resi conto subito dopo, aveva ben poco a che fare con quanto appena accaduto e ancora meno con l'aver appreso da una delle ragazze che la benignità dell'industria degli assorbenti aveva reso liberi e felici anche gli anziani. Buono a sapersi nel caso mi fossi imbattuto anche in una comitiva di vecchietti intenti a fare girotondi festosi su di un prato fiorito.
Ma le sorprese non erano finite. Dopo qualche passo, ho visto un gruppo di persone addobbate da impiegati della city che si annusavano le ascelle, compiaciuti che il loro deodorante non li avesse piantati in asso. Quel sogno che era iniziato come una bucolica scampagnata nel verde si stava trasformando in un tormentone da spot pubblicitario.
Ora non mi rimaneva che trovare un mulino bianco dove tutti sgranocchiano crackers e biscotti, gli anziani rilassati per la pasta fissante delle dentiere ed i più giovani agitati e pronti per correre al lavoro o a scuola. Trovai il mulino e fui anche costretto ad attraversare un'aia dove i polli erano gioiosi di essere non solo sani, ma anche prenotati per la pentola, con un'unica nota triste: il pianto inconsolabile di una mucca scartata alla selezione di Miss Mucca del Formaggio Parmigiano.
Igiene, pulizia e cibo sano per voi o per degli aristogatti come me erano gli dei che mi avrebbero atteso al risveglio? Denti smaglianti e colletti senza forfora? Gabinetti immacolati come i piatti? Spray che non bucano l'ozono, scope intelligenti e deodorati telecomandati, i nuovi elisir per tenere pulito il mondo?
Solo la mattina, sfogliando il giornale e leggendo dell'inquinamento delle città, degli scarichi abusivi di materiali velenosi, dei cibi adulterati, dei pidocchi sui treni, degli scarichi delle fabbriche, delle petroliere che lavano i serbatoi del greggio, o addirittura affondano, sono tornato alla dura realtà, solida come certa puzza sugli autobus affollati d'agosto ed ho capito che nella vita i veri momenti felici sono quelli in cui sogniamo di trovarci negli spot pubblicitari, il resto è il solito film visto e rivisto.
Gatto Filippo

domenica 25 novembre 2007

Qualcosa sulle mie origini

Quando Dio creò l'uomo e la donna io gli stavo acciambellato in grembo. Non propriamente io, ovviamente, ma il mio antenato Filippo I.
Osservavo incuriosito quegli strani e nuovi animali dall'espressione un po' tonta, privi di pelliccia e piumaggio e comicamente in equilibrio sulle zampe posteriori.
Anche Dio li osservò a lavoro finito e dalla Sua espressione perplessa compresi che non erano ciò che si aspettava.
Sarà stata la stanchezza, ma si capiva che quei due erano ben lungi da quanto Lui si era prefissato. Tuttavia, vista l'ora tarda, Dio decise che per quanto bruttini non meritava rifarli di nuovo e poi si sa che non tutte le ciambelle riescono col buco. Li lasciò quindi liberi di vagare nel Paradiso anche se, ad onor del vero, ci facevano una magra figura tra tutte quelle specie dai mille colori e dalle forme più affascinanti.
Saranno stati gli sguardi di sfottò degli altri animali, qualche risolino a malapena trattenuto, fatto sta che i due misero su un'aria di supponenza che dava sui nervi a tutti. Ma eravamo in Paradiso e la bellezza del posto e lo sguardo benigno di Dio ci avevano resi tolleranti e, a parte i cani sempre alla ricerca di qualcuno da amare, ben presto li considerammo parte del paesaggio, un'inevitabile presenza che alla fine diventò naturale come la presenza delle spine sulle rose e dell'ortica nei prati.
Tutto cambiò quando la femmina si pappò la mela che tutti sapevamo proibita e lo sapeva anche il serpente che le consigliò di prenderla. Ma cosa si può pretendere da uno che striscia ed ha la lingua biforcuta se non che è infido e gode a fare scherzi cretini.
Morale della favola, per colpa di uno balordo e di una donna con l'intelletto di una vongola, perdemmo tutti il Paradiso. Non che l'uomo fosse esente da colpe, poteva starci attento invece che farsi governare a bacchetta dalla sua femmina. Il che dimostra che tra i cervelli è possibile trovare il meno del minimo.
Una volta privati del Paradiso le cose cambiarono e del peggio non ci fu mai fine. I due si convinsero di essere i preferiti di Dio, Sua immagine e somiglianza e destinati al governo del Mondo. Da paranoici. Iniziarono ad ammazzare molte specie per chetare la fame, come se frutta e verzura non fossero sufficienti e spesso lo facevano per il solo divertimento.
La donna, che finora s'era accontentata di indossare foglie di fico, decise che con una pelliccia addosso faceva più bella figura, tanto da farne un desiderio morboso che il suo maschio, ormai definitivamente asservito, volle subito esaudire convinto che una moglie senza pelliccia è una moglie scontenta ed in odor di scappatella. Finì così che pur di risparmiare le corna si fece strage di pellicce.
I due compari nel corso dei millenni fecero della Terra un luogo di sofferenza, dove gli animali se non finivano in pentola, venivano uccisi per il pelo, l'avorio, la pelle, le penne ed ogni parte che potesse soddisfare la loro ingordigia ed il loro esibizionismo. Chi non morì fu ridotto in schiavitù, sfruttato, rinchiuso ed esposto per il loro divertimento. E le cose non sono ancora cambiate.
Tutti, meno uno, io il Gatto, unico animale che si è fatto adorare, vezzeggiare, rispettare. Che in casa la fa da padrone, che accarezzano e trovano naturale occuparsi della sua popò, che sfamano e si fanno ridurre a brandelli tende e poltrone. Despota assoluto delle loro vite.
E' la prova che c'è Giustizia anche sulla Terra. Che sia una piccola e innocente vendetta di Dio? Io dico di sì, l'avevo intuito già quando stavo tra le Sue braccia che il Vecchio non avrebbe digerito il loro comportamento e nemmeno che gli fosse riuscito qualcosa che non fosse assolutamente perfetto.
Gatto Filippo I

Ora che siamo in odore di feste...

Niente auguri ma un accidenti….
- a quelli che vogliono importi con le belle o le brutte la loro fede e le loro regole e se ne fregano se non ti piacciono e non le vuoi
- a quelli che accettano tutto per buon vivere, menefreghismo, paura o peggio perché tanto per loro non fa differenza
- a quelli che hanno paura di un canto di natale e si atteggiano a tolleranti e rispettosi anche quando nessuno lo pretende
- a quelli che pensano che integrazione sia annullare se stessi per non urtare la sensibilità di altri
- a quelli che cianciano di diritto alla vita e di eutanasia solo per far politica e farsi notare
- a quelli che hanno la fobia del progresso e vorrebbero vivere bucolicamente col cellulare in tasca, viaggiando veloci su autostrade e binari
- a quelli che pretendono una libera immigrazione mentre si godono la pensione oppure hanno il posto assicurato dallo Stato
- a quelli che si credono liberi e poi si fanno condizionare dalla religione o dal partito
- a quelli che frenano la libera ricerca solo perché stanno bene in salute
- a quelli che inneggiano alla pace bruciando bandiere e sfasciando tutto
- a quelli che hanno il potere e parlano di aiutare il prossimo mentre incassano stipendi milionari e si sistemano per la vita
- a quelli che davanti ad un microfono o una telecamera pontificano e giudicano tutto e tutti dimenticando di collegare la lingua al cervello
- a quelli che hanno solo certezze e mai dubbi e poi si parlano addosso
- a me che perdo tempo ad ascoltare certi umani che si credono la specie dominante e l'unica dotata di intelletto dimostrando di non aver capito nulla come sempre.
Vostro Gatto Filippo

la genesi...

Sono un gatto col carattere di una tarma: ho la mania della libertà e dico e penso quello che voglio. Accetto le critiche ma mi rendono nervosetto, quindi, regolatevi.
Ora mi studio un po' come funziona il blog e poi comincerò a graffiare...
Un Miao dal Gatto Filippo