martedì 27 novembre 2007

Trovato il diario di un politico: C'è qualcuno che lo reclama? (ecco uno stralcio)

Caro diario,

perdonami se ultimamente ti ho trascurato ma sai che sono in politica e ho tantissimi impegni, tanti che non mi bastano più le ore della giornata e sto seriamente pensando di promuovere una legge che almeno le raddoppi, anche se dubito che garberà ai Sindacati. Ma la mia attività è di interesse nazionale e, come ben sai, l'interesse del Paese è primario rispetto a quello dei singoli.
Ogni giorno ho mille appuntamenti ed interminabili telefonate m'impediscono di rifugiarmi tra le tue amiche pagine a buttar giù i miei pensieri, ma oggi, finalmente, sono tutto tuo.
Questa mia attività assorbe completamente la mia esistenza, ma devo ammettere che dover pensare alla cosa pubblica mi riempie d'orgoglio dandomi la certezza che se un domani qualcosa mancherà ai miei elettori e alla Nazione, sarà il fatto inevitabile che anche la mia esistenza avrà termine, lasciandoli da soli in mano a qualche inaffidabile opposizione.
Riunioni, appuntamenti e discussioni politiche, sono l'aria che respiro e non potrei più farne a meno, e così le colazioni di lavoro, le cene, le inaugurazioni, i dibattiti e le premiazioni varie.
Sì, amico mio, è una vita assai affaticante ma di gran soddisfazione, sotto tutti i punti di vista, anche i più venali.
Peccato, però, che tanti impegni mi costringano a dover sempre rimandare i tanti utili e necessari progetti che avevo garantito nella mia campagna politica nelle elezioni che mi hanno così meritatamente premiato. Ma si sa, il giorno ha ancora solo 24 ore ed io, sebbene instancabile, sono solamente un essere umano e nulla più.
Lo so che gli ammalati e gli anziani non possono attendere anni e anni che funzionino la sanità e gli ospizi, così come so che nemmeno ai giovani si può, di punto in bianco, garantire la tenuta dei soffitti delle scuole e tanto meno assicurare un lavoro alla fine dell'istruzione, e nemmeno è possibile dall'oggi al domani costruire strade, ponti, posteggi, ristrutturare chiese, teatri e giardini. Non sono una macchina.
I cittadini devono attendere, perché la politica è complicata e va trattata dai pochi eletti come me, con giusta ponderazione ed equilibrato buon senso. E aspettare con fiducia è il minimo che, visti i miei sacrifici, mi dovrei attendere da un Paese civile. Non ti pare?

Tuo Onorevole Pinocchio

Ipnosi.

I miei gusti televisivi sono abbastanza semplici: i telegiornali in generale - senza preferenze di parte, per avere una gamma d'opinioni - qualche buon film e i programmi culturali con preferenza alla storia. Quelli sugli animali non li guardo più. Gli animali mi piacciono, ma ne ho abbastanza dei commentatori e del sadismo dei cineoperatori. Sì, sadismo, perché i due - la voce e l'immagine - prima ti fanno intenerire con qualche cucciolo alle sue prime esperienze, oppure con l'uovo che si schiude e poi tirano fuori il predatore e, patatrac, ti sparano nell'angoscia. Ecco perché non li guardo più. Non mi rilassano, anzi...
A volte guardo qualche programma spiritoso - assaggini perlopiù - a volte saltello annoiato tra un canale e l'altro, punto continuamente dagli intermezzi pubblicitari che come impulsi elettrici mi fanno scattare l'indice che continua a sfiorare i tasti del telecomando - grande invenzione il telecomando, grandissima. Con questo aggeggio in mano ci si sente come un pilota da caccia che sta per lanciare il suo missile.
Un giorno, però, soprappensiero, mi sono trovato a seguire una trasmissione - non cito il canale per non fare torto ad altri che trasmettono roba simile - dove una platea di spettatori-partecipanti seguiva due disperati che si litigavano su fatti indiscutibilmente loro. Il tutto "ammaestrato" da una conduttrice che, con maligna perseveranza, continuava a spegnere o riaccendere la discussione. Insomma sembrava che in una mano avesse l'estintore e nell'altra la benzina, se vogliamo dare consistenza visiva al suo comportamento.
Ipnotizzato, ho iniziato a seguire la trasmissione. L'indice sul telecomando in preda a paralisi.

Lui, il maschietto della coppia, sembrava appena uscito da una rivista di moda per adolescenti - capelli impomatati, barba trascurata, orecchino con crocetta appesa, jeans strappati, maglietta con scritta sul torace. Lei, capelli esplosi color carota finta, trucco da Semiramide, lobi con esposizione fieristica d'anellini d'argento, maglietta stinta, soliti jeans ed ai piedi, scarponi da lagunare. Una coppia che non sarebbe passata inosservata certamente.
Discutevano tra loro e non era una discussione da poco e si palleggiavano la colpa di qualcosa che aveva messo in crisi la loro relazione - forse un terzo incomodo, dedussi tra vari: si ma tu hai detto…ma allora non hai capito…però quella volta…eppure sai che ti amo…e dove lo metti il sentimento…perdonami…
Il tutto continuamente interrotto dalla domatrice che s'infiltrava come un commando nella discussione per ravvivarla con qualche scoppio di Sintex, qualche raffica di "e allora tu?"

Non riuscivo a raccapezzarmi, d'altronde mi ero perso l'inizio. Tutto sommato, era una discussione accesa su fatti dei quali, sinceramente, non me ne fregava assolutamente nulla.
Ma quello che m'impietrì, furono gli interventi degli spettatori. Un pubblico appassionato, preso come non mai dal problema. Quasi fosse personale. Intervenivano accesi e si accapigliavano anche tra loro stessi. Da rimanere sconcertati.
Quelli, poi, che ottenevano il microfono erano da non perdere - almeno mi sembrò sul momento.C'era la signora elegante che sparava consigli e commenti, soddisfatta in cuor suo che finalmente poteva occuparsi dei fatti altrui, dimenticando i propri. S'infervorava nel perorare la causa di uno dei due giovani e, come un crociato alla difesa di Gerusalemme, rintuzzava mordace gli assalti di qualche altro spettatore che doveva assolutamente dire la sua anche senza microfono. Me la immaginai sposata e provai pietà per il marito, come per i cuccioli dei documentari di prima.
Quando prese la parola un signore molto distinto che brandiva il microfono come fosse la fiaccola delle olimpiadi, precipitai nel panico: era un pontificatore. Il suo non era un intervento ma un'enciclica, mancava solamente l'inizio, Populorum progressio. Le sue certezze erano assolute. Lui era il Verbo. Nessuno dei presenti fu in grado di azzittirlo. E' la razza più pericolosa che abbia mai calpestato il pianeta, altro che Tirannosaurus Rex.

Stavo ormai agonizzando. Anche la domatrice sembrava in crisi.
Mi sentivo come un eretico al processo mentre il tribunale della santa inquisizione si perde in giaculatorie e sofismi che gli sarebbero costati la dannazione e la vita.
Fu l'intermezzo pubblicitario a salvarmi. Ruppe l'incantesimo, mi risvegliò dall'ipnosi, mi riportò alla vita, la mia, quella reale.
Per riconoscenza mi guardai i primi cinque spot, prima di spegnere e scappare lontano dalla tv.
Vostro Gatto Filippo

Con i tempi che corrono...

Ragazzi, mi raccomando, parlate sottovoce, anzi non parlate affatto e, se proprio non potete farne a meno, state molto attenti a ciò che dite che tira un'aria sempre più brutta. Intolleranti orecchie integraliste sono all'ascolto e non aspettano altro pur di aizzare le folle all'odio e tacciarvi di miscredenti blasfemi pronti ad impugnare nuovamente la spada dei Crociati. Quindi, acqua in bocca.
Nel frattempo, cominciate ad epurare la vostra biblioteca di casa togliendo e bruciando i libri di autori come Dante Alighieri, che si è permesso di mettere il profeta all'inferno, Salam Rushdie autore dei Versetti Satanici, Oriana Fallaci che con certa gente aveva il dente avvelenato e chissà quanti altri che, invece di scrivere di farfalle e tramonti, hanno sprecato inchiostro su argomenti come la libertà religiosa e di culto, oppure di diritti umani. Poi, gettate nell'immondizia i dischi di musicisti come Mozart, la vostra enciclopedia dell'arte perché la Maya Densuda del Goya, la Venere di Milo e tutte le altre opere come la Venere del Botticelli, tra un po' vestiranno mutandoni alla Fantozzi, sempre che gli originali non siano distrutti come empi ed offensivi.
Insomma, prendete l'Arte e mettetela da parte che con la Nuova Era che si prospetta non ha più nulla a che fare e sarà meglio scordarsela per garantirsi almeno la sopravvivenza.
Se da un papa hanno preteso le scuse ufficiali, oppure la sua eliminazione, figuratevi cosa può capitare a voi, se vi trovano offensivi ed insensibili nei riguardi della loro fede!
Dimenticavo: per l'abbigliamento non vi preoccupate, a parte quello delle vostre signore che andrà certamente "rivisto" e accresciuto, i pantaloni non vi serviranno più, visto che i nostri pavidi politici europei, compresi i nostri, davanti a tutto ciò le brache se le sono già calate dando prova che pur di stare al potere sono disposti anche ad imparare il Corano a memoria, a dimenticare la loro formazione culturale e a fare coriandoli con la Carta dei Diritti dell'Uomo.

Sempre il vostro Gatto Filippo, ma questa volta anonimo