mercoledì 12 novembre 2008

Vademecum per avere un gatto felice e sopravvivere

1 – I gatti non sono tutti uguali. Ognuno ha la sua personalità, i suoi gusti e le sue esigenze. La maggioranza di loro sono dei sofistici, il loro capostipite fu il gatto del greco Protagora, però è possibile trovarne anche di cinici come il gatto di Diogene di Sinope, oppure scettici come quello di Pirrone di Elide. Se non siete proprio iellati, il vostro micio potrebbe essere un eclettico come il micio di Marco Tullio Cicerone, o un esistenzialista tipo quello del danese Kierkegaard, ma se siete gente fortunata, allora auguratevi un felino illuminista tipo il gatto di Voltaire. In ogni caso, vi consiglio la lettura di un buon trattato di filosofia o, piuttosto, per quelli portati allo studio, la frequentazione di un corso di laurea.

2 – Un gatto, pur nelle sue varie specificità, è un essere esclusivo che va rispettato e tenuto nella massima considerazione ed è assolutamente sconsigliato non tenerne conto. La sua felicità potrebbe essere la vostra, anche se l’esperienza insegna che il legame può spesso tradursi in un rapporto inversamente proporzionale. In pratica, maggiore sarà la sua felicità, minore sarà la vostra, fino a farvi raggiungere l’apice della più spietata infelicità.

3 – Il gatto ama la comodità, la tranquillità e la devozione assoluta. Non tenerne conto potrebbe creargli gravi disturbi psicologici che col tempo potrebbero degenerare, rendendovi l’esistenza un vero incubo. Ciò non vuol dire che al gatto possa interessare, ma solamente che la sua felicità ne sarebbe gravemente compromessa.

4 – Il gatto non sopporta di trovare la ciotola della sua pappa vuota e, secondo i suoi gusti culinari sui quali dovete essere assolutamente esperti, non sopporta nemmeno i cambi inaspettati di menù, perciò consiglio, prima di sostituire gli ingredienti, di prospettargli degli assaggini di prova per fargli scegliere quello che più gli aggrada. Non disperatevi se la scelta sarà lenta e per voi dispendiosa, ma si sa che il gatto è un animale particolarmente preciso ed è difficile raggirarlo con qualche cibo precotto da gourmet di quarta categoria.

5 – Il gatto ha una memoria impietosa e le vostre negligenze sono scrupolosamente registrate e, giorno verrà, che la sua vendetta cadrà meritatamente sulle vostre teste. Per esempio, dimenticare l’oliva nel suo Martini delle diciassette e trenta vi può costare l’intera fodera di pelle del divano nuovo.

6 – il gatto è un essere preciso, ordinato e nello stesso tempo estremamente esigente. Ama avere la sabbia della lettiera sostituita almeno una volta, se non due, il giorno, ma questo non è sufficiente. Non ama attendere e durante l’operazione di sostituzione vi controllerà con impazienza e sarebbe un grave sgarbo nei suoi confronti, dilungarvi e farlo svogliatamente. La pulizia della lettiera con sabbia fresca e profumata va eseguita con velocità teutonica ed efficienza svizzera. Nulla soddisfa di più un micio, quanto occupare immediatamente la sua lettiera per mettere sottosopra la sabbia appena stesa ordinatamente e lasciarci un suo ricordino. Ma non illudetevi, non è una dimostrazione di gratitudine nei vostri confronti per l’opera svolta, bensì il modo per farvi notare che non avete fatto altro che il vostro dovere e nulla di più.

7 – Dovrete avere una particolare cura nell’arredamento domestico, come nella disposizione degli spazi. Letti, poltrone e divani devono essere morbidi e con coperture di materiali robusti e duttili alle sue unghie, perché più durano nel tempo e più lui ne riceve soddisfazione: distruggere qualcosa che oppone scarsa resistenza rischierebbe di ferire il suo Ego di felino cacciatore invincibile. L’arredamento di cui sopra, deve essere disposto in spazi ariosi ma non soggetti a giro d’aria e possibilmente soleggiati. Stufe e caloriferi devono essere dotati di ripiani coperti da morbidi cuscini e la cuccia deve essere comoda e sistemata nell’angolo più tranquillo della casa, ma non troppo lontano dalla zona pranzo e dalla lettiera. Gli spostamenti troppo lunghi lo irritano e un gatto serio preferisce impiegare il suo tempo prezioso nel riposo, piuttosto che nella ricerca del cibo o del posto dove soddisfare le sue necessità fisiologiche.

8 – In caso desideriate avere anche un cane, si raccomandano esclusivamente razze docili, servili e calme, rispettose del gatto, pronte a tirarsi indietro nel caso lui sia interessato al loro cibo e disponibili a fargli da cuscino e scaldino nelle fredde notti invernali. Ovviamente, dovrete avere una particolare cura per la sua toeletta perché il micio non sopporta lo sporco, il fango e il pelo umido o addirittura bagnato di pioggia.

9 – Se avete dei bambini, educateli al massimo rispetto nei suoi confronti e disponibili a giocare con lui quando ne ha voglia, ma pronti a sparire in silenzio se vuole schiacciare un pisolino. Il fracasso durante il suo sacrosanto riposo non è assolutamente ammesso.

10 – In caso di vacanza, vostra intendo, non del gatto, naturalmente, la cui vita è una perenne vacanza, si raccomanda di organizzare un servizio catering della migliore ditta sulla piazza, fornitrice di cibo di alta qualità per gatti, oltre ad uno staff puntuale e professionale a sua disposizione per ogni possibile esigenza, pulizia della cuccia, sistemazione dei cuscini disposti nei punti preferiti e rinnovo della sabbia nella lettiera.

11 - Mai, e ripeto Mai, dare al gatto la sensazione di essere abbandonato o privato delle opportune cure che gli spettano di diritto. Ignorarlo, non dargli la giusta importanza o addirittura fargli credere di essere abbandonato a se stesso, sono atteggiamenti gravemente lesivi nei suoi confronti e se dovesse accadere, la sua considerazione nei vostri confronti precipiterebbe inesorabilmente nel disprezzo e persino nell’odio.
Essere odiati dal proprio gatto può rivelarsi un’esperienza peggiore di quella provata dai contadini di un tempo sottoposti all’invasione di un esercito di Lanzichenecchi affamati e furiosi.

12 – Ricordatevi sempre che possedere un gatto è una mera illusione. Un gatto non si possiede, ma si è accettati da lui che vi concederà di condividere la stessa casa, alle sue condizioni e per il tempo che lui riterrà opportuno. Una convivenza che se ben gestita può anche durare e dare grandi soddisfazioni, sempre che vi adattiate completamente alle sue pretese e ai suoi umori. Non comprendere tutto ciò e ignorare quando spiega questo vademecum, vuol dire avere una spiccata tendenza all’autolesionismo e al martirio.

Un anonimo ha detto che ogni vita dovrebbe avere almeno sette gatti, forse intendendo che si dovrebbe averne almeno tanti nell’arco della propria esistenza. Simpatico pensiero, sicuramente scritto da un gattofilo sotto la minaccia di un’arma stretta tra gli artigli del suo gatto.

venerdì 18 aprile 2008

Una vittoria senza ma e senza se

Dalle urne di queste ultime elezioni politiche non è uscito solamente un responso a favore del Popolo della Libertà e della Lega, nemmeno si è dimostrato solamente che gli Italiani vogliono un bipartitismo, ma si sono confermati quei sentimenti che sono nel DNA della Nazione e che nessuna dottrina potrà mai modificare.
Si è testimoniato, senza ombra di dubbio, che questo nostro Paese vuole sicurezze e fatti e non è più disponibile a farsi governare da coesioni scompaginate di partiti in cui entrano in continua collisione principi e fedi politiche che dovrebbero abitare case diverse. Ha rifiutato quelle ambiguità che non consentono ad un governo di legiferare con coerenza e nell’interesse di tutti.
Gli Italiani che sono andati a votare premiando questa compagine politica, hanno confermato chiaramente che non sono più disposti ad avere tra i banchi dei loro rappresentanti, nella sacralità del Parlamento, gente che fa della violenza nelle strade azione politica, che brucia bandiere e inneggia a coloro che col terrore vogliono imporsi e che nei nostri tutori dell’ordine vedono nemici e non servitori dello Stato e della legalità. Un Popolo, il nostro, che non accetta il disprezzo nei confronti dei suoi soldati uccisi in missione, ma ne rispetta il ricordo, ne esalta il sacrificio e va orgoglioso del proprio Paese quando sui peggiori teatri di guerra difende i deboli e la Democrazia.Ha vinto anche l’Italia che vuole lavorare e produrre sotto la bandiera della libera imprenditorialità, senza pastoie burocratiche o vessata da infiniti balzelli che la strozzano fino a farla morire. Un’Italia che nell’individualità e nella competitività vuole tornare ad imporsi sui mercati mondiali e sentire nello Stato un collaboratore e non un padrone interessato solo a prendere senza mai dare; un popolo che lavora e vuole dignità anche quando lo fa nell’Amministrazione Pubblica, dove dovrebbe essere riconosciuto il merito e non l’assistenzialismo o una tessera di partito come motivazione. Una scelta alle urne, quindi, che riconosce l’individuo cittadino come primo elemento di base irrinunciabile perché questa sia una vera Nazione; un’Italia che nella cultura e nell’innovazione tecnologica vuole preparare il futuro alle nuove generazioni, evitando di perderle perché costrette ad emigrare alla ricerca delle giuste gratificazioni.
Oltre a ciò, queste elezioni hanno confermato che istituzioni come la famiglia vanno difese e non snaturate, il che vuol dire, che non si vuole disconoscere ogni altra realtà diversa, anzi, esse vanno riconosciute e tutelate, ma senza per questo distruggere ciò che esiste da sempre.Una vittoria di cittadini che non vogliono negare che l’immigrazione, come l’integrazione, siano un fattore positivo, un arricchimento per tutti, ma le rifiutano quando queste sono senza controllo rendendo la convivenza impossibile. Quando aumentano la delinquenza, oppure quando si rifiuta di rispettare i sentimenti religiosi e di tolleranza della maggior parte dei cittadini e si cerca di imporre altri concetti che con la cultura e la morale nazionale sono in opposizione. Con l’apertura delle urne e lo spoglio dei voti si è dimostrato pure che la maggioranza della popolazione non è disponibile a rimanere alla finestra, con la scusa di una salvaguardia ossessiva della Natura, mentre gli altri Paesi europei investono nelle sovrastrutture e si adeguano per rendere sempre più agevoli gli scambi commerciali e delle persone. Non si può sfuggire al progresso e nemmeno rifiutarlo a priori, ma si deve armonizzarlo nell’interesse di tutti, cittadini e ambiente che sono inscindibili. Una scelta, questa, di votare chi vuole riprendere a costruire che riporta l’Italia nell’Europa e ne conferma la volontà di farne attivamente parte.Questa è stata la scelta di un popolo sovrano che con il potere del voto ha deciso il futuro che vuole per se stesso e per la sua Nazione, negando la fiducia a chi non è stato capace di servirli o li ha serviti male. Perché è questo ciò che i cittadini si attendono da chi li rappresenta e legifera nel loro interesse, di operare con un unico fine, quello di garantire sicurezza, sanità, istruzione e lavoro, condizioni irrinunciabili, altrimenti saranno nuovamente le urne elettorali a pronunciarsi, che sono l’unica arma democratica di scelta ma anche di difesa in mano al popolo.
Se questa è l’Italia che è uscita vittoriosa, e così sembra, allora è con animo positivo e rinfrancato che mi sento orgoglioso di farne parte.
Il Gatto Filippo

mercoledì 2 aprile 2008

Dove osano le aquile

Le sofferenze elettorali di un gatto di casa
Siamo in periodo elettorale e si sente un gran starnazzare di giornali e TV, mentre a casa i miei padroni bisticciano in continuazione. Figuriamoci, ne ho uno di destra mentre l’altro è di sinistra…Altro che “cane e gatto”!
Non si vive più, è una vita da incubo. Sono tutti nervosi e devo stare attento a come mi muovo per non finire calpestato e se vado a farmi il sacrosanto pisolino sul divano, devo dormire con un occhio solo per non rischiare di essere lanciato assieme al cuscino nel bel mezzo di una baruffa.
Non c’è un angolino tranquillo in tutta la casa e il giornale che infilano sotto la sabbietta della mia lettiera, ha tanti di quei ritagli che sembra uno scolapasta. Ma cosa diavolo ci fanno con tutti gli articoli salvati, la “mia” carta? Non si rendono conto delle mie esigenze? Credono forse che io sia un funambolo che per fare i bisognini devo stare in equilibrio precario tra la cronaca nera e i resoconti sportivi?
E tutti lì discutere, blaterare di politica, mentre i candidati volano così alti nelle loro promesse elettorali che finiranno con lo scomparire schizzati nello spazio. Speriamo che non tornino giù, i meschini, e rimangano in orbita attorno a qualche pianeta di una lontana galassia. Io non ne sentirei la mancanza e voi? Ce ne sono già tanti che nessuno noterebbe la loro assenza.
Insomma, quando ci sono le elezioni vanno tutti fuori di testa e le lingue perdono dimestichezza del cervello, andando a ruota libera. Tanto, sono solo parole, promesse da marinaio che alla fine nessuno ricorderà più.
Tutti abbasseranno le tasse e aumenteranno paghe e pensioni. I poveri scompariranno (mi piacerebbe capire come…ma forse è meglio se non indago oltre…). Scompariranno anche gli evasori fiscali, quelli che truffano i cittadini, che nell’amministrazione pubblica rubano e al lavoro tirano la fiacca, e qui me la rido. Sarebbe come dire che garantiranno solo giornate di sole e pioggia appena sufficiente per l’agricoltura…).
Promesse tante e idee poche. Una sola cosa è certa: ognuno di loro è venuto a salvarci come Superman contro le malefatte di Luthor. Con lui vivremo sicuri, felici e satolli. Ah, come vorrei avere un po’ di criptonite! E io che credevo di essere un gatto pacifista.
Ma lo sapete voi a quanto sono andate le scatolette di pollo e riso e le crocchette, mentre questa gente vive di chiacchiere?
Me lo sento rinfacciare ogni giorno, tanto che mi sta venendo un complesso di colpa. Tutti i mali di famiglia sembrano addebitati alla mia ingordigia che pesa sul bilancio. Tutto perché sono troppo in carne e dovrei stare a dieta. Dicono che mi pappo troppe crocchette! Cosa credono, che romperò il mio topino salvadanaio per contribuire e rimborsarli?
Siamo alla fantascienza e tutto per colpa di questi politici che volando dove osano le aquile, mettono nella zucca di questi tapini elettori pensieri pericolosi per noi poveri gatti di casa che, a causa della convivenza, ne subiamo le conseguenze. Fanfaluche buone solo per i gonzi.
Ma come si fa a spiegarlo a loro, a questi padroni che ti considerano un soprammobile, un gatto di peluche. Come gli spieghi che è tutto un fuoco di paglia, che queste elezioni scompigliano la placida vita di noi gatti e fra un po’ tutto tornerà come prima.
Qualche politico farà scambio di poltrona con qualcun altro, qualche nuova leva verrà ad occupare quelle lasciate libere da chi non c’è più perché non è stato eletto, o per le immodificabili vicende della Vita. Poi, per il resto del loro tempo, litigheranno alla Camera e al Senato, alla TV, sui giornali, in un bla bla di proposte fanto-comiche e di querule discussioni, mentre i loro guadagni lieviteranno come sempre, raggiungendo le vette delle vincite alla lotteria alla faccia dei cittadini che lavorano sul serio.
E alla fine, si dirà che la colpa dell’inflazione è solo mia e intanto mi lesinano le crocchette!
Vostro Gatto Filippo

mercoledì 26 marzo 2008

Bibì, Bobò e Capitan Cocoricò

Guardare ogni giorno le notizie che giornali e televisioni ci propinano, mi ricorda di quand’ero ragazzino e sfogliavo Il Corriere dei Piccoli per trovare le avventure di Bibì, Bibò e Capitan Cocoricò. Stessa suspance. Un’avventura ininterrotta di duelli, sfide, liti e baruffe. Voi direte: ma va là, forse ti riferisci a Corto Maltese, le sue sì che erano vere avventure da mozzafiato. Forse avete ragione, Corto era uno speciale e così le sue imprese, ma Corto è troppo per i personaggi di oggi: politici che si azzuffano tra loro, scontri con la magistratura, duelli nelle aule parlamentari e scontri verbali a suon di offese in televisione. Questi vanno bene per i tanti Bibì, Bobò e Capitan Cocoricò che affollano la nostra vita pubblica, magari con l’intervento di qualche Nonna Belarda. Personaggi da intrattenimento che ci fanno superare la giornata coinvolgendoci nelle loro baruffe chiozzotte, mentre i problemi seri del Paese e quelli internazionali, ancora più seri, passano in seconda pagina e spesso durano nell’interesse generale solamente qualche minuto. Ci vorrebbe veramente Corto Maltese e se è impegnato, speriamo che venga a tirarci fuori dai pasticci quel simpaticone di Cocco Bill con le sue lische di pesce ed i suoi salami bipedi, anche se questi ultimi ci sono già e siamo noi cittadini.
Vostro Gatto Filippo

martedì 25 marzo 2008

Caramelle agli sconosciuti

C'era una volta, migliaia d'anni fa, un pianeta chiamato ARRET, dove la natura era rigogliosa, il tempo sempre generoso e le stagioni si susseguivano con la regolarità di un cronometro svizzero. Un vero paradiso. Piante d'ogni varietà immaginabile ricoprivano di verde i continenti, l'aria era purissima ed il mare, i fiumi ed i laghi erano puri come un cristallo. Innumerevoli specie d'animali terrestri e marini popolavano l'intero pianeta e vivevano libere ed in completa armonia. Su ARRET tutto filava liscio come l'olio e poteva seguitare così per l'eternità, se una mattina non fosse arrivato dallo spazio uno strano veicolo che atterrò avvolto da un fumo puzzolente e un rumore assordante, facendo scappare tutti gli animali della zona e avvizzendo ogni foglia e fiore che lo contornava. Mai, da quando il pianeta si era formato nella galassia, qualcosa di tanto estraneo e scioccante aveva toccato il suo suolo.
Dal veicolo scesero due strane creature ritte sulle zampe posteriori, prive di pelliccia o squame e con una testa enorme. Erano turisti di una lontanissima galassia venuti per trascorrere il weekend facendo un safari fotografico su di un nuovo pianeta mai visitato dalla loro specie.I due passarono il fine settimana vagando e fotografando tutto, naso per aria, espressioni sbalordite e commenti degni di una comitiva di Giapponesi a Venezia, finché, prima di ripartire, incontrarono una creatura che, a differenza delle altre, non era scappata a zampe levate incontrandoli. Era uno scimmione nell'aspetto simile a loro. Aveva le zampe anteriori con il pollice contrapposto e stava dritto in piedi. La testa, a dire il vero, era più piccola e l'espressione un po' babbea. L'animale li osservava incuriosito e per nulla timoroso dalla loro presenza e, forse rassicurato per quella loro lontana somiglianza, si avvicinò alla coppia di turisti, mostrando anche un particolare interesse per la macchina fotografica.
Era l'occasione buona per farsi fotografare assieme, pensarono i due, poiché la loro macchina era priva di autoscatto. Gli insegnarono ad usare l'apparecchio e si fecero sparare un rollino completo, felici e sorridenti, come avrebbero fatto i Giapponesi di prima: sarebbe stato uno splendido ricordo del loro emozionante fine settimana.
Prima di partire, uno dei turisti, salutando lo scimmione, per ringraziarlo gli donò una manciata di caramelle. Erano dolcetti indispensabili alla loro specie, poiché la loro intelligenza, per quanto notevole, aveva il difetto di esaurirsi nel tempo, come una batteria e le caramelle contenevano un medicinale che serviva a ricaricarla.
Risaliti sull'astronave, mentre uscivano dall'atmosfera di ARRET, il turista che stava ai comandi, consegnò al compagno la scatola vuota delle caramelle che gli era rimasta nella tasca della tuta. Non erano turisti da lasciare immondizia in giro, loro!
"Speriamo che gli siano piaciute." commentò con un sorriso, ricordando l'espressione contenta dello scimmione mentre le riceveva in dono.
"Speriamo anche che non gli facciano male!" sbottò l'altro, osservando con attenzione l'involucro. "Gli hai dato quelle di una confezione scaduta! Lo sai che possono essere dannose se non sono freschissime!"
"Ho fatto una sciocchezza, scusami, ma non me n'ero accorto, mi dispiace. Le avrà mangiate tutte, ormai."
"Speriamo bene!" sospirò l'altro, assai preoccupato.
"Ormai non possiamo farci nulla." dichiarò il compagno, contrito. "Appena a casa, dobbiamo avvertire l'agenzia di viaggi. Sarà meglio se terranno lontani altri turisti da questo pianeta, almeno per qualche migliaio d'anni ancora. A proposito, come si chiama questo posto?"
"Terra" rispose il primo, leggendo nello specchietto retrovisivo il nome del pianeta scritto sul cartello che stava piantato al Polo Nord di ARRET.
Non arrivarono più altri turisti e su ARRET le cose cambiarono talmente che, se mai i primi due fossero tornati, avrebbero trovato un pianeta completamente trasformato.
Lo scimmione si era pappato tutte le caramelle, quelle per migliorare l'intelligenza e aveva ripreso la sua vita consueta, assieme alla sua compagna. La sua era una razza tanto prolifera che dai loro figli discesero tantissimi scimmiottini ed ogni nuova generazione era diversa dalla precedente nel fisico e, soprattutto, nel carattere. Col passare degli anni, sono diventati individui senza pace, incontentabili e sempre pronti a farsi venire voglie e desideri nuovi, perché quello che li circonda non va mai bene e non è mai sufficiente alle loro continue esigenze.
Hanno scoperto come utilizzare il fuoco, inventato la ruota e, abbandonate le tane sugli alberi, hanno edificato tane sempre più affollate e alte, costruito attrezzi complicati e strani mezzi che gli evitano ogni possibile fatica. Col trascorrere dei secoli si sono sparsi per tutto il pianeta e durante questo lungo periodo, che solamente un'anima ingenua definirebbe evoluzione, per ogni più sciocco motivo si sono massacrati tra loro, divisi in nazioni e hanno adottato divinità che contribuiscono a renderli intolleranti e attaccabrighe. Se non hanno l'occasione di fare del male agli altri, lo fanno a se stessi, iniettandosi nelle vene porcherie o riempiendosene i polmoni. Hanno distrutto intere foreste e trivellato il terreno per estrarre un liquido puzzolente che ricorda loro il fetore emanato dal veicolo dei due turisti venuti dalla spazio -memoria ereditata dal loro capostipite - e sono riusciti persino a bucare l'ozono intorno ad ARRET, oltre che a riempire l'aria di gas velenosi ed inquinare le acque del pianeta. Dimenticati i cibi naturali e freschi, si cibano di misteriose merendine piene di coloranti con lo stesso sapore delle confezioni che le conservano e invece di bere acqua oppure succo d'uva, preferiscono dissetarsi con strani intrugli dai colori innaturali che riempiono lo stomaco di gas come palloni aerostatici. Ma non è finita qui. Abilissimi nel produrre ogni possibile lordura, non sono capaci di liberarsene e, come per la polvere nascosta sotto il tappeto, le scorie le gettano in mare, oppure le seppelliscono sotto terra, fregandosene altamente dei pesci o delle falde acquifere, come se la natura che li circonda è solamente un optional dell'automobile, al pari di dell'autoradio. Oltre a ciò, per evitare di usare il proprio cervello, hanno ideato un marchingegno davanti a cui possono rincretinirsi guardando e ascoltando infinite sciocchezze propinate assieme a spot pubblicitari che li trasformano da liberi pensatori a individui asserviti al consumismo. Il tutto per arricchire coloro che ricchi sono già.Nel giro di secoli questa nuova razza - perché ormai è rimasto ben poco dello scimmione originario, salvo ogni tanto l'espressione un po' ebete di chi non vuole intendere - ha trasformato l'intero pianeta, di cui si considera chissà a che titolo la razza predominante e più intelligente, in una fogna a cielo aperto e non c'è angolino più nascosto del pianeta che non celi almeno una traccia del suo passaggio, sia solo un mozzicone di sigaretta o una lattina vuota di Coca Cola.
Ora il paradiso non c'è più, molti animali sono definitivamente estinti, l'atmosfera del pianeta è compromessa, intere tribù degli attuali padroni di ARRET vivono nello spreco, mentre altre muoiono di fame e di sete e dove non cresce il grano si possono trovare semine di mine. Ci sono posti dove per raccogliere un po' d'acqua si fanno chilometri a piedi nel deserto sotto il sole, mentre in altri non è concepibile fare cento metri se non si è a bordo di un'automobile. E pensare che tutto ciò è successo per una manciata di caramelle scadute!
Vostro Gatto Filippo

giovedì 20 marzo 2008

E allora? Che si fa?

Si tentenna? Abbiamo paura di perdere l'appoggio di quelli che fanno i pacifisti di parte e tutelano la vita e i diritti a senso unico? Di quelli che odiano la Polizia, bruciano bandiere e vogliono un Medio Oriente senza i "neonazisti" israeliani? Temiamo l'ira degli integralisti che beatamente vivono da noi, gratuiti ospiti della nostra Democrazia? Ma come? Dopo aver visto e sentito quanto accade in certe riunioni religiose dove si predica l'odio e il disprezzo verso la nostra cultura e la nostra civiltà e dove si propaganda la brutalità verso le donne, non succede nulla? Nemmeno una tiratina d'orecchi a questi untori di violenza? Una spintarella per sbatterli fuori di Casa Nostra? Non pretendo di farlo con un calcione nel sedere, che poi si finisce per essere tacciati di razzismo, ma di farlo e basta. Insomma, dobbiamo aspettare che finisca "vallettopoli" per fare pulizia e rimandare a casa loro certa gente? Capisco che è più piacevole avere a che fare con vallette e veline piuttosto che con certi ometti barbuti paludati come sponsor di tovaglie e lenzuola, ma non può finire tutto nel nulla, altrimenti qualcuno penserà che qui da noi l'ospitalità più che sacra sia quella degli struzzi che nascondono la testa nella terra per non vedere e dover agire.
Vostro Gatto Filippo con un diavolo per pelo

Non solo monnezza

Non solo monnezza napoletana ma di tutto e di più in questo disgraziato Paese e anche a voler fare una raccolta differenziata, finisce che non si sa più in che sacco specifico metterla, o forse sarebbe meglio dire nasconderla.
Già i fatti di Napoli e le immagini alla televisione sono a dir poco allucinanti. Impensabili. Scene che non si vedono nemmeno nei documentari di denuncia sulle bidonville dei Paesi del terzo mondo. Ma per quei luoghi di vera miseria, di degrado umano intollerabile perché profondamente ingiusto, si può anche cercare di capire, mentre per quello che avviene qui da noi, No. Non si può.
Qui la miseria non c’entra e nemmeno l’ignoranza. Non c’entrano nemmeno gli abitanti ai quali si può addebitare solo l’impotenza o l’incapacità di reagire a tanto delittuoso degrado.
Qui è la classe politica, l’amministrazione della cosa pubblica scesa a livello da terzo mondo che va indagata alla ricerca di responsabili che, una volta trovati, “devono” essere puniti. C’è bisogno di una pulizia generale e drastica nei confronti di coloro che fanno politica per arraffare il più possibile e di tutti quelli che come zecche si attaccano a questo potere per spartirsi il sangue della gente, per averne benefici alla faccia dei più e della loro fatica per vivere.
E non è solo qui la monnezza del Paese: c’è una classe politica che, salvo rari professionisti che credono in ciò che fanno per il Paese, è composta da ignoranti e prepotenti, gente convinta di essere onnipotente e che, credendosi anche intelligente, se ne frega di tutto e di tutti gli altri che invece sono considerati degli stupidi con il livello intellettuale dei polli da batteria.
Altro che casta, qui si tratta di una classe politica che si crede degna di vivere all’Olimpo, da dove può dirigere il mondo mentre osserva annoiata e satolla il popolo bue che nulla può decidere e tutto deve subire.
Una classe fatta di parole e molto raramente di fatti, che si barcamena, comodamente seduta sulle poltrone del potere lanciando proclami e va alla ricerca di ogni possibile pelo nell’uovo per distinguersi dalla massa dei colleghi, soci commensali della grande abbuffata. Gente sempre più fuori della vita reale degli elettori, che si nutre di oratoria e di retorica mentre stipendi e pensioni, le loro naturalmente, lievitano alla faccia di tutti noi che sempre meno illusi stiamo ad aspettare la soluzione dei nostri problemi e delle nostre paure.
Intanto passa il tempo ed il Paese è in alto mare, senza vele e senza motore, senza nessuno valido in plancia, costretto a subire stratempi politici e giudiziari, recessioni e scandali, con la consapevolezza che dovrà cavarsela da solo. Arrangiarsi per rimanere a galla, mentre l’unico rumore non è il vento delle riforme e del miglioramento, ma il chiacchiericcio inconcludente che giunge dal ponte di comando.
Vostro Gatto Filippo

martedì 18 marzo 2008

Illusioni pacifiste

Al tavolo della conferenza della pace, secondo qualcuno, l'Occidente potrebbe trovare una soluzione pacifica allo scontro armato tra la Democrazia e l'Integralismo. Un pacifico scambio d'opinioni alla ricerca d'un punto d'intesa che appiani le divergenze che finora hanno prodotto innumerevoli vittime innocenti in un bagno di sangue senza pietà e senza confini. Già me la vedo questa tavolata dove, seduti gli uni di fronte agli altri, si affrontano diplomatici occidentali e Talebani, seguaci di Bin Laden e Hezbollah.
I rappresentanti dell'Occidente avranno la borsa piena di documenti, atti pronti con elenchi di proposte, il cellulare, un notebook ed un fornito libretto degli assegni, mentre i rappresentanti dell'Integralismo avranno uno zaino pieno di Kalashnikov, panetti di C4, inneschi e telecomandi, cinture esplosive, razzi Cassan e coltellacci per sgozzare e decapitare. I primi con un sorriso condiscendente sulle facce ben rasate, i secondi non si sa, perché ogni espressione sarebbe celata da folte barbe incolte.Ora, io mi chiedo: quali potrebbero essere le proposte della rappresentanza occidentale?
1) Noi vi compriamo l'oppio e, oltre a ciò, vi versiamo anche ingenti somme a perdere per sistemare e modernizzare i vostri Paesi e voi con i soldi invece che armi costruite ospedali, fabbriche, scuole (non solo coraniche) e ammodernate l'agricultura.
2) Noi abbandoniamo l'Iraq e l'Afghanistan, diamo un definitivo calcio nel sedere ad Israele e voi organizzate subito libere elezioni e applicate la Carta dei Diritti Umani.
3) Noi vi apriamo i confini dei nostri Paesi alla libera immigrazione e voi venite a viverci in pace, accettando la nostra cultura e le nostre leggi.
4) Noi, come già facciamo, vi lasciamo liberi di professare la vostra fede e voi fate lo stesso nei vostri Paesi.
Se siete d'accordo, basta una firmetta qui e noi stacchiamo subito un assegno.
Sarebbe bello vero? Bene, adesso però finiamola con gli scherzi e vediamo di fare le persone serie che il Paese dei Balocchi sta solo nelle favole.
Sempre Vostro Gatto Filippo

lunedì 17 marzo 2008

Sorprendente Paese

Se c'è un aggettivo per definire questo Paese, questo è: sorprendente. Nessun altro sarebbe più adatto. Naturalmente per il resto del mondo, non per noi cittadini che, essendo i diretti interessati, per sceglierlo ci azzufferemmo senza riuscire a metterci d'accordo. Nascerebbero partiti, associazioni, comitati, club, ognuno con il suo aggettivo scelto e l'argomento sarebbe dibattuto alla televisione, alla radio, sui quotidiani, in Parlamento e persino la Chiesa prenderebbe posizione in merito. Ci sarebbero dimostrazioni nelle piazze, nascerebbero simboli ed i più facinorosi brucerebbero i cassonetti e le bandiere delle fazioni opposte durante violente dimostrazioni nelle vie, per non dire della magistratura che accumulerebbe migliaia di ore di intercettazioni telefoniche da darle poi in pasto ai media che, con gli opportuni tagli, le diffonderebbero al fine di sputtanare quelli di pensiero contrario a chi li comanda.E' un Paese "sorprendente" perché riesce in poche migliaia di chilometri quadrati a farsi notare per le cose più splendide e intelligenti (ma per queste sarebbe onesto ringraziare la natura e coloro che ci hanno preceduto ed eccelso nell'arte e nella cultura) e nel contempo più strampalate e vergognose.Infatti, in questo sorprendente Paese si riesce a fare dell'immondizia una tragedia nazionale d'interesse planetario - un ministro della giustizia si lamenta dell'ingiustizia della giustizia e si mette a declamare poesie durante una seduta del senato - un governo va a pezzi tra schiamazzi, sputi, malori e tappi di spumante che saltano - i cittadini devono lavorare come neri nelle piantagioni di cotone per mantenere un esercito di burocrati e politici assunti ed eletti per servire i cittadini stessi - lo sport del calcio è vissuto con tanta passione da creare lutti e danni degni di una rivoluzione di popolo - i confini sono fatti di cartapesta e chiunque li violi viene accolto come un fratello bisognoso anche se porta nello zaino un piede di porco, una pistola e qualche pacco di droga, naturalmente il tutto per "uso personale" - si spreca l'energia ma tutti si guardano bene dal volerla produrre per non contaminare l'ambiente e così se la paga come lo Champagne, per non parlare della benzina tassata da un governo con l'altruismo di un biscazziere di Las Vegas - tutti vogliono mettersi nei panni di Pietro, lamentandosi poi che non sono alla moda, stretti o troppo larghi e vorrebbero cambiarli, anche se a loro di Pietro non importa nulla, però, visto che c'è, tanto vale discuterne e farne motivo di discussioni e divisioni (non si può mica parlare sempre di calcio) - tutti vorrebbero più mezzi pubblici su cui far salire gli altri e avere le strade libere e pulite per la propria auto comprata a rate - la sanità, quando funziona, è considerata un optional e se la possono permettere solo i sani - viaggiare in aereo o in treno è diventato più lento e difficoltoso di quando se lo faceva in carrozza - i moralisti vorrebbero un mondo senza prostituzione né per le strade, né nelle case chiuse, ma alla fine tutto rimane com'è, tanto le schiave sui marciapiedi non sono figlie loro e se proprio vogliono farsi l'occhio senza testimoni c'è sempre Internet - i sindacalisti finiscono al governo e a quel punto non sanno più chi sono ed hanno una crisi di identità - si consumano fiumi di carburante per le auto di servizio dei notabili, mentre a quelle delle forze dell'ordine finirà che monteranno i pedali - i cervelli migliori emigrano all'estero, mentre rimangono quelli che hanno il mal d'aereo o di mare e menomale che restano almeno loro - tutti impazziscono per il Grande Fratello e non hanno capito che è il Grande Fratello che guarda l'intero Paese e non si diverte affatto.
Sempre vostro Gatto Filippo