mercoledì 28 novembre 2007

La Banda dei Puri

La banda dei puri non riposa mai ed imperversa armata di chiacchiere e sentenze inappellabili. Gira tranquilla col suo piccolo tribunale piegabile in tasca, come i sacerdoti in guerra si portano nello zaino l'occorrente per celebrare la messa nelle trincee.
Dotati di moralità divina, auto certificata, questi puri ed onesti si acculturano con le pagine dei giornali, si appagano di pettegolezzi e di allusioni, gli scoop sono la loro ambrosia e in un paio di colonne di illazioni trovano la conferma di quei giudizi e di quelle perplessità che, loro, avevano già ben prima che il sospetto o, addirittura, il marcio venissero a galla: "era ovvio…" - "l'avevo già capito da tempo" - "bastava guardarlo per intuire che…" - "non poteva che essere disonesto" - "nessuno si salva" - "sono tutti corrotti" - "troppi soldi e troppo facili" - "quando si occupano certi posti…" - "il potere corrompe tutti", sono le frasi che farciscono i loro commenti, giornale spalancato tra le mani e tazzina del cappuccino sul banco del bar.
Non provano mai sbalordimento, meraviglia o incredulità, perché, loro, avevano già capito che c'era del "marcio in Danimarca".
Mediocri buffi bipedi, saccenti e pieni di rancore mescolati alla loro dignità offesa dalle bruttezze del mondo in cui, sempre loro, restano uno dei pochissimi fulgidi esempi d'indiscutibile onestà. Non hanno dubbi, ma solo certezze, l'ironia non fa parte del loro mondo se non è amara e non si chiedono certamente - come faceva quel bravissimo e simpatico cabarettista di Franco Nebbia - "se Ferdinando è un gerundio".
Per loro, gli indagati e i presunti delinquenti sono cattivi e basta e se sono cattivi, sono anche immorali e chi li conosce o li frequenta non può che essere della medesima razza criminale. Si abbuffano sui giornali di trascrizioni d' intercettazioni telefoniche e articoletti scandalistici dove il veleno dell'invidia e dell'antagonismo politico sono un componente dell'inchiostro.
Fanno di tutta l'erba un fascio e si scordano delle loro piccole venalità come le telefonate personali scroccate sul lavoro, le malattie di comodo, le note spese gonfiate, i lavoretti in nero e i posacenere arraffati negli alberghi durante le meritate e sacrosante vacanze. Non ricordano nemmeno le telefonate o i regalini fatti a quel "qualcuno" importante per sistemare al lavoro la figlia o il genero.
Ma cosa hanno a che vedere queste sciocchezze? - sbotterebbero nel sentirsele ricordare - lo fanno tutti e sarebbe da cretini rinunciare, il mondo è dei furbi e non sono che quattro lire, mentre qui si parla di miliardi!
Vostro Gatto Filippo