venerdì 18 aprile 2008

Una vittoria senza ma e senza se

Dalle urne di queste ultime elezioni politiche non è uscito solamente un responso a favore del Popolo della Libertà e della Lega, nemmeno si è dimostrato solamente che gli Italiani vogliono un bipartitismo, ma si sono confermati quei sentimenti che sono nel DNA della Nazione e che nessuna dottrina potrà mai modificare.
Si è testimoniato, senza ombra di dubbio, che questo nostro Paese vuole sicurezze e fatti e non è più disponibile a farsi governare da coesioni scompaginate di partiti in cui entrano in continua collisione principi e fedi politiche che dovrebbero abitare case diverse. Ha rifiutato quelle ambiguità che non consentono ad un governo di legiferare con coerenza e nell’interesse di tutti.
Gli Italiani che sono andati a votare premiando questa compagine politica, hanno confermato chiaramente che non sono più disposti ad avere tra i banchi dei loro rappresentanti, nella sacralità del Parlamento, gente che fa della violenza nelle strade azione politica, che brucia bandiere e inneggia a coloro che col terrore vogliono imporsi e che nei nostri tutori dell’ordine vedono nemici e non servitori dello Stato e della legalità. Un Popolo, il nostro, che non accetta il disprezzo nei confronti dei suoi soldati uccisi in missione, ma ne rispetta il ricordo, ne esalta il sacrificio e va orgoglioso del proprio Paese quando sui peggiori teatri di guerra difende i deboli e la Democrazia.Ha vinto anche l’Italia che vuole lavorare e produrre sotto la bandiera della libera imprenditorialità, senza pastoie burocratiche o vessata da infiniti balzelli che la strozzano fino a farla morire. Un’Italia che nell’individualità e nella competitività vuole tornare ad imporsi sui mercati mondiali e sentire nello Stato un collaboratore e non un padrone interessato solo a prendere senza mai dare; un popolo che lavora e vuole dignità anche quando lo fa nell’Amministrazione Pubblica, dove dovrebbe essere riconosciuto il merito e non l’assistenzialismo o una tessera di partito come motivazione. Una scelta alle urne, quindi, che riconosce l’individuo cittadino come primo elemento di base irrinunciabile perché questa sia una vera Nazione; un’Italia che nella cultura e nell’innovazione tecnologica vuole preparare il futuro alle nuove generazioni, evitando di perderle perché costrette ad emigrare alla ricerca delle giuste gratificazioni.
Oltre a ciò, queste elezioni hanno confermato che istituzioni come la famiglia vanno difese e non snaturate, il che vuol dire, che non si vuole disconoscere ogni altra realtà diversa, anzi, esse vanno riconosciute e tutelate, ma senza per questo distruggere ciò che esiste da sempre.Una vittoria di cittadini che non vogliono negare che l’immigrazione, come l’integrazione, siano un fattore positivo, un arricchimento per tutti, ma le rifiutano quando queste sono senza controllo rendendo la convivenza impossibile. Quando aumentano la delinquenza, oppure quando si rifiuta di rispettare i sentimenti religiosi e di tolleranza della maggior parte dei cittadini e si cerca di imporre altri concetti che con la cultura e la morale nazionale sono in opposizione. Con l’apertura delle urne e lo spoglio dei voti si è dimostrato pure che la maggioranza della popolazione non è disponibile a rimanere alla finestra, con la scusa di una salvaguardia ossessiva della Natura, mentre gli altri Paesi europei investono nelle sovrastrutture e si adeguano per rendere sempre più agevoli gli scambi commerciali e delle persone. Non si può sfuggire al progresso e nemmeno rifiutarlo a priori, ma si deve armonizzarlo nell’interesse di tutti, cittadini e ambiente che sono inscindibili. Una scelta, questa, di votare chi vuole riprendere a costruire che riporta l’Italia nell’Europa e ne conferma la volontà di farne attivamente parte.Questa è stata la scelta di un popolo sovrano che con il potere del voto ha deciso il futuro che vuole per se stesso e per la sua Nazione, negando la fiducia a chi non è stato capace di servirli o li ha serviti male. Perché è questo ciò che i cittadini si attendono da chi li rappresenta e legifera nel loro interesse, di operare con un unico fine, quello di garantire sicurezza, sanità, istruzione e lavoro, condizioni irrinunciabili, altrimenti saranno nuovamente le urne elettorali a pronunciarsi, che sono l’unica arma democratica di scelta ma anche di difesa in mano al popolo.
Se questa è l’Italia che è uscita vittoriosa, e così sembra, allora è con animo positivo e rinfrancato che mi sento orgoglioso di farne parte.
Il Gatto Filippo

mercoledì 2 aprile 2008

Dove osano le aquile

Le sofferenze elettorali di un gatto di casa
Siamo in periodo elettorale e si sente un gran starnazzare di giornali e TV, mentre a casa i miei padroni bisticciano in continuazione. Figuriamoci, ne ho uno di destra mentre l’altro è di sinistra…Altro che “cane e gatto”!
Non si vive più, è una vita da incubo. Sono tutti nervosi e devo stare attento a come mi muovo per non finire calpestato e se vado a farmi il sacrosanto pisolino sul divano, devo dormire con un occhio solo per non rischiare di essere lanciato assieme al cuscino nel bel mezzo di una baruffa.
Non c’è un angolino tranquillo in tutta la casa e il giornale che infilano sotto la sabbietta della mia lettiera, ha tanti di quei ritagli che sembra uno scolapasta. Ma cosa diavolo ci fanno con tutti gli articoli salvati, la “mia” carta? Non si rendono conto delle mie esigenze? Credono forse che io sia un funambolo che per fare i bisognini devo stare in equilibrio precario tra la cronaca nera e i resoconti sportivi?
E tutti lì discutere, blaterare di politica, mentre i candidati volano così alti nelle loro promesse elettorali che finiranno con lo scomparire schizzati nello spazio. Speriamo che non tornino giù, i meschini, e rimangano in orbita attorno a qualche pianeta di una lontana galassia. Io non ne sentirei la mancanza e voi? Ce ne sono già tanti che nessuno noterebbe la loro assenza.
Insomma, quando ci sono le elezioni vanno tutti fuori di testa e le lingue perdono dimestichezza del cervello, andando a ruota libera. Tanto, sono solo parole, promesse da marinaio che alla fine nessuno ricorderà più.
Tutti abbasseranno le tasse e aumenteranno paghe e pensioni. I poveri scompariranno (mi piacerebbe capire come…ma forse è meglio se non indago oltre…). Scompariranno anche gli evasori fiscali, quelli che truffano i cittadini, che nell’amministrazione pubblica rubano e al lavoro tirano la fiacca, e qui me la rido. Sarebbe come dire che garantiranno solo giornate di sole e pioggia appena sufficiente per l’agricoltura…).
Promesse tante e idee poche. Una sola cosa è certa: ognuno di loro è venuto a salvarci come Superman contro le malefatte di Luthor. Con lui vivremo sicuri, felici e satolli. Ah, come vorrei avere un po’ di criptonite! E io che credevo di essere un gatto pacifista.
Ma lo sapete voi a quanto sono andate le scatolette di pollo e riso e le crocchette, mentre questa gente vive di chiacchiere?
Me lo sento rinfacciare ogni giorno, tanto che mi sta venendo un complesso di colpa. Tutti i mali di famiglia sembrano addebitati alla mia ingordigia che pesa sul bilancio. Tutto perché sono troppo in carne e dovrei stare a dieta. Dicono che mi pappo troppe crocchette! Cosa credono, che romperò il mio topino salvadanaio per contribuire e rimborsarli?
Siamo alla fantascienza e tutto per colpa di questi politici che volando dove osano le aquile, mettono nella zucca di questi tapini elettori pensieri pericolosi per noi poveri gatti di casa che, a causa della convivenza, ne subiamo le conseguenze. Fanfaluche buone solo per i gonzi.
Ma come si fa a spiegarlo a loro, a questi padroni che ti considerano un soprammobile, un gatto di peluche. Come gli spieghi che è tutto un fuoco di paglia, che queste elezioni scompigliano la placida vita di noi gatti e fra un po’ tutto tornerà come prima.
Qualche politico farà scambio di poltrona con qualcun altro, qualche nuova leva verrà ad occupare quelle lasciate libere da chi non c’è più perché non è stato eletto, o per le immodificabili vicende della Vita. Poi, per il resto del loro tempo, litigheranno alla Camera e al Senato, alla TV, sui giornali, in un bla bla di proposte fanto-comiche e di querule discussioni, mentre i loro guadagni lieviteranno come sempre, raggiungendo le vette delle vincite alla lotteria alla faccia dei cittadini che lavorano sul serio.
E alla fine, si dirà che la colpa dell’inflazione è solo mia e intanto mi lesinano le crocchette!
Vostro Gatto Filippo